Riordino istituzionale: procede il confronto

UC_riordinoRiporto il comunicato stampa dell’Assemblea Legislativa relativo all’udienza conoscitiva convocata in vista della discussione in aula della legge di riordino istituzionale.


 
RIORDINO ISTITUZIONALE E PROVINCE: IN COMMISSIONE L’AUDIZIONE DI ASSOCIAZIONI, IMPRESE, SINDACATI E AMMINISTRATORI LOCALI. RIFORMA IN AULA IL 27-28 LUGLIO
Sostegno e critiche al progetto di legge della Giunta che riforma il sistema di governo territoriale. La relatrice Zappaterra (Pd): “Testo non blindato, ma può essere esempio per altre Regioni” 
Promossa dalla commissione Bilancio, Affari generali e istituzionali e introdotta dall’assessore Emma Petitti (Riordino istituzionale), si è svolta oggi l’udienza conoscitiva sul progetto di legge di iniziativa della Giunta sulla “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni”. Nei prossimi giorni, con numerose sedute, la commissione esaminerà il testo e gli emendamenti; il voto in Aula è previsto per i prossimi 28 o 29 luglio.
Petitti ha ribadito la necessità di “una forte condivisione sociale e con gli Enti locali per attuare questa profonda riforma di riordino istituzionale”. La Giunta ha scelto di non limitarsi ad applicare quanto disposto dalla Legge 56/2014, la cosiddetta “legge Delrio”, ma di anticipare aspetti della riforma costituzionale. L’ha fatto “puntando su semplificazione, razionalizzazione e protagonismo dei territori, volendo garantire e se possibile alzare la qualità dei servizi ai cittadini, e garantire la piena sostenibilità finanziaria ed organizzativa del processo in atto”. Oltre ai 31 milioni di euro per le funzioni delegate alle Province, per il 2015 la Regione ha stanziato altri 28 milioni; la legge 56 prevede che la mobilità del personale vada gestita entro il 31 dicembre 2016, “ma la Regione vuole operare affinché questa fase possa concludersi già entro il 2015”. I tre pilastri del riordino, ha detto Petitti, “sono la Città metropolitana di Bologna, le Aree Vaste interprovinciali, il cui perimetro andrà individuato con il massimo consenso, e le Unioni dei Comuni”. L’assessore ha infine descritto l’investimento che si vuole attuare su tre agenzie: “La trasformazione di Arpa e dell’Agenzia per la Protezione civile, la nascita dell’Agenzia per il lavoro”.
Un rappresentante della Cgil regionale, che ha parlato a nome anche di Cisl e Uil, ha dato atto di un “proficuo confronto con la Giunta”, puntando l’attenzione su alcuni punti critici. Va definita “una migliore e più compiuta definizione delle funzioni, e della conseguente allocazione del personale, in campo ambientale e del lavoro”, con una “puntuale soluzione per la Polizia provinciale e i Servizi per l’impiego”. È opinione del sindacato confederale che il demanio idrico “debba restare dentro la Protezione civile, e che i lavoratori dei Servizi tecnici di bacino restino dove sono”. Alla Regione si chiede, inoltre, “di promuovere e garantire la partecipazione dei cittadini al percorso di riordino istituzionale”.
Per Confesercenti Emilia-Romagna, “è positivo che la Giunta vada oltre il semplice recepimento di quanto previsto dalla Legge Delrio. Contenere i costi della macchina pubblica e ridurre i livelli burocratici è la condizione necessaria ad aumentare l’efficienza dell’intero sistema regionale”. Si chiede di precisare quale sia il compito dei Comuni e delle Unioni di Comuni in materia di organizzazione e promozione turistica e si auspica “che l’Agenzia per il lavoro possa operare anche in convenzione con soggetti privati. Gli incentivi alle fusioni di Comuni devono far capire che le Unioni possono essere preliminari alla fusione”.
Da Unioncamere Emilia-Romagna è venuto uno spunto critico rispetto “alla sottovalutazione del sistema camerale i questo progetto di legge”. Richiamando l’articolo 58 dello Statuto della Regione, il rappresentante Unioncamere ha chiesto di inserire in legge “un esplicito riferimento alla relazione e collaborazione con le Camere di commercio. Rinnovati e più solidi rapporti fra Regione e sistema camerale possono ridurre i costi della pubblica amministrazione e migliorare l’efficienza del sistema”.
Apprezzamento per il metodo e il merito del progetto di legge della Giunta, è venuto dal rappresentante di Confartigianato Emilia-Romagna, che ha detto di condividere “anche la rapidità dei tempi in cui viene portato all’approvazione. Restano inevitabili incertezze dovute al faticoso e tortuoso percorso di riforma costituzionale”. L’obiettivo, però, va tenuto fermo: “Semplificare i livelli istituzionali e razionalizzare la spesa pubblica, così da ridurre la pressione fiscale”. Alla Regione si chiede di porre attenzione al fatto che le eventuali disfunzioni nell’attuazione del riordino “non si scarichino sull’economia reale”.
Dall’Ente Parchi Emilia orientale sono venute due sottolineature specifiche. La prima sul rischio di confusione nel rilascio dei tesserini per la raccolta dei funghi e dei prodotti del sottobosco, dove anziché una semplificazione “si sembra andare verso una proliferazione dei soggetti abilitati”. La seconda sulla necessità di chiarire “con estrema precisione come verranno attribuite le risorse finanziarie e il personale delle Province, con le relative funzioni”.
L’Unione dei Comuni montani (Uncem) ha manifestato consenso sul lavoro fin qui fatto, reso ancor più impegnativo dal fatto che questa Regione aveva delegato molte funzioni alle Province. “Va ridisegnata l’architettura territoriale, riducendo i livelli istituzionali e snellendo processi e procedimenti”. Per farlo, “vanno valorizzate le Unioni di Comuni e in particolare le Unioni dei Comuni montani; al contrario, le Aree Vaste veicolano un messaggio fortemente ambiguo”. Con l’approvazione di questa riforma, “si entrerà in una fase costituente, nella quale saranno necessari molti aggiustamenti alle leggi regionali di settore”.
Per l’Unione sindacale di base (Usb) ci sono stati due interventi, di cui uno di una lavoratrice dei Servizi tecnici di bacino. Al giudizio “nettamente negativo sulla Legge Delrio e sulla riforma costituzionale voluta da un Governo illegittimo”, si somma “una valutazione di completa disapprovazione di quanto ha prodotto la Giunta regionale”. Il pdl in discussione “non sarebbe affatto una riforma organica, mancando qualsiasi certezza sull’esito e sui tempi del percorso parlamentare. Queste riforme servono soltanto a mascherare i tagli al personale e alla spesa pubblica, a produrre un arretramento dei servizi pubblici per lasciare spazio ai privati”. Usb non condivide la scelta di puntare sulle Agenzie e sulle Aree Vaste, anziché riportare alle Regioni le funzioni e il personale delle Province. “Per limitare i danni, occorre almeno garantire la libertà di scelta ai lavoratori interessati ai processi di mobilità: la L.r. 43/2001 dispone, infatti, che la mobilità del personale sia volontaria”. Un’ulteriore, specifica critica è stata avanzata “allo smembramento dei Servizi tecnici di bacino, che da due secoli garantiscono la tutela e la sicurezza del territorio, grazie alla professionalità di lavoratori che soprattutto nel corso dell’ultimo decennio hanno risposto a numerose emergenze in campo ambientale: questo personale finirà disperso in due distinte Agenzie”. E, in generale, “appare fuorviante parlare di semplificazione e trasparenza quando si stanno per sovrapporre, triplicare e parcellizzare i livelli di gestione delle autorizzazioni”.
Il sindaco di Zocca (Mo) ha detto che la legge di riordino è necessaria, “ma l’urgenza e la fretta rischiano di produrre esisti molto negativi”. A suo parere, “l’annunciata semplificazione amministrativa potrebbe restare una promessa”. Preoccupante gli appare “la sottovalutazione delle necessità specifiche delle aree montane, è un errore non investire di nuove competenze le Unioni di Comuni, ed è facile prevedere che si assisterà a un dannoso neocentralismo regionale sull’agricoltura”.
Per il sindaco di Lugo di Romagna (Ra), all’apprezzamento “per la concretezza e rapidità con cui la Giunta ha scelto di occuparsi di questa materia” si aggiungono considerazioni più problematiche. Sulle Unioni di Comuni, “tanto è stato fatto, ma tanto resta da fare: servirebbe una forte sollecitazione e incentivazione da parte della regione, senza temere di usare anche strumenti opposti alla premialità”. Non va poi sottovalutato “il rischio democratico insito in tutto il percorso delle riforme: sorgono troppi organismi di secondo grado, non eletti direttamente dai cittadini, ed è perciò indispensabile favorire con tutti i mezzi le fusioni di Comuni”.
“Forte contrarietà” al pdl della Giunta è venuta dal sindaco di Vignola (Mo), secondo il quale “c’è un grave deficit democratico e non si è colto il senso della partecipazione elettorale di solo il 37% degli aventi diritto. Aree Vaste, Agenzie e Conferenze inter-istituzionali sono segni tecnocratici che allontanano i cittadini dal controllo sulle scelte che li riguardano”. Quanto alla riforma Delrio, “è evidente che è stata fatta per ragioni ideologiche, e ha aperto più problemi di quelli che ha risolto”. A suo parere, la proposta della Giunta “si contraddice puntando contemporaneamente sulle Unioni e incentivando le fusioni di Comuni, e motivo di dissenso è anche l’accentramento presso la Regione delle politiche agricole”.
Agrinsieme Emilia-Romagna, che riunisce fra gli altri Confagricoltura e Lega Coop, ha manifestato “pieno sostegno” al pdl della Giunta sulle questioni che riguardano l’agricoltura. La preferenza, anzi, sarebbe stata quella di portare alla Regione tutte le funzioni tolte alle Province, senza altri enti intermedi; di qui, la diffidenza sulla proposta di demandare funzioni delle Province agli Enti parco. “Aziende agricole e mondo ambientalista andrebbero coinvolti nelle nuove Consulte che si occuperanno di programmazione faunistica”. Quanto alle nuove “superagenzie” regionali, “dovranno garantire una significativa riduzione dei costi, altrimenti si tratta di progetti da scoraggiare”.
Le leggi “dovrebbero semplificare la vita del cittadino”, ha detto il rappresentate del WWF Emilia-Romagna, anticipando così la sua “delusione per un processo di riforma che gli pare mostri molte contraddizioni”. Per esempio, ritiene “assolutamente dannoso lo smembramento dei Servizi tecnici di bacino, per lo sperpero di alte professionalità, mentre non si capisce chi gestirà la fauna, e sono incerti i confini di competenze delle due nuove Agenzie ambientali”. Il quadro “è peggiorato dallo scioglimento del Corpo forestale dello Stato e dai dubbi che avvolgono la sorte delle Polizie provinciali, con il rischio che la tutela del territorio subisca un netto arretramento”.
Una proposta “equilibrata e realistica, rispetto al quadro nazionale, con le sue incertezze, e alla prospettiva di una imprecisata fase di transizione”: è questa l’opinione della Lega Autonomie locali, che ha tuttavia espresso “timori perché non si sa se alle funzioni sulla carta saranno assicurate le risorse umane e finanziarie conseguenti”. Nel percorso di attuazione della riforma, si chiede “il massimo coinvolgimento dei Comuni, unici soggetti legittimati democraticamente, oltre alla Regione. Fusioni e Unioni di Comuni”, infine, “non vanno intesi come soluzioni alternative, ma complementari”.
Alla Giunta viene riconosciuta “una certa audacia”, da Confcommercio Emilia-Romagna, “se si considera quanto sia indefinito il quadro normativo nazionale. All’audacia corrispondono ovviamente certi margini di rischio”, ma per l’associazione dei commercianti “la direzione di marcia è condivisibile, perché va verso l’efficentamento e la semplificazione del sistema, condizioni indispensabili alla sua sostenibilità”. L’auspicio “è che si mantenga, anzi si rafforzino, le forme di coinvolgimento delle parti sociali nelle fasi attuative della riforma”.
Marcella Zappaterra (Pd), relatrice di maggioranza del progetto di legge, ha ringraziato gli intervenuti, affermando che “la legge non è blindata, ma si intende approvarla entro fine luglio, per dare certezze a cittadini, imprese, e al personale delle Province”. Ha rivendicato la scelta di “non limitarsi al piccolo cabotaggio, in attesa della conclusione della riforma del Titolo V, ma di anticipare gli scenari coerentemente alla scelta strategica annunciata nel programma di mandato. Non si vuole fare da modello a nessuno, ma questa legge di riordino istituzionale può essere un esempio a disposizione di altre Regioni”. A questo risultato, che ora passa all’esame dell’Assemblea legislativa, la Giunta “è pervenuta dopo un proficuo coinvolgimento degli Enti locali, sancito con il Patto del 2 maggio 2015, e con l’accordo sottoscritto il 29 maggio con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, a garanzia dei processi di mobilità del personale. Ma si tratta di un punto di partenza: il progetto di riordino- ha concluso- potrà funzionare se ogni livello istituzionale sa cosa fare e ha le risorse per farlo, e se cittadini e imprese sanno a chi rivolgersi”.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)