Fibromialgia, dalla Regione linee guida condivise

La Fibromialgia è una patologia ad oggi non inclusa nell’elenco nazionale delle malattie croniche (LEA). In Italia non esiste un protocollo condiviso e validato per la diagnosi e la cura di questa malattia. La Regione Emilia-Romagna è la prima in Italia a dotarsi di linee di indirizzo che propongono un percorso univoco

 
Il trattamento della fibromialgia presenta in Italia situazioni diversificate su base regionale. Le Province autonome di Bolzano e di Trento hanno riconosciuto l’esenzione, Valle d’Aosta e Veneto riconoscono la patologia ma non l’esenzione. In altre regioni del Paese il tema è controverso e oggetto di discussione. Questa situazione “a macchia di leopardo” lascia spazio ad incertezze e situazioni controverse.
In Italia non esiste ancora un percorso validato scientificamente che sia condiviso tra i professionisti per diagnosticare la fibromialgia e successivamente proporre una cura e una presa in carico del malato da parte del sistema sanitario nazionale.
Uno dei percorsi di cura scelto dai malati di fibromialgia è la cannabis medica, che spesso risulta di difficile reperimento a causa di un farraginoso sistema di approvvigionamento che ne rende scarse le scorte. Ho già cercato di fare emergere nelle sedi competenti in Regione Emilia-Romagna il problema della disponibilità di cannabis medica per i pazienti che ne hanno bisogno.
Nella sola Emilia-Romagna, i pazienti affetti da fibromialgia risultano essere tra i 66 mila e gli 89 mila, con costi sanitari e non sanitari che si aggirano intorno ai 5 mila euro per paziente. Nel proporre le sue linee di indirizzo regionali, l’Emilia-Romagna si fa capofila di una proposta, per cercare di strutturare un percorso di diagnosi e cura strutturato condiviso. Le linee di indirizzo sono attualmente all’attenzione del Ministero della Salute e del Consiglio Superiore di Sanità.
Questo il percorso proposto dalle linee guida della Regione in collaborazione con l’Associazione dei pazienti:

  • Realizzare un’indagine di prevalenza in Emilia-Romagna
  • Elaborare una guida informativa per i pazienti, quale strumento di supporto all’educazione;
  • Promuovere percorso formativo per i professionisti
  • Promuovere l’Attività Fisica Adattata (AFA) in acqua termale, sulla base del protocollo già sperimentato nell’Azienda USL di Bologna
  • Promuovere studi specifici rispetto all’efficacia e alla sicurezza di alcune tipologie di trattamenti come agopuntura e cannabinoidi