Violenza sulle donne, la Turchia abbandona la Convenzione di Istanbul

Il Gruppo Pd in Emilia-Romagna stigmatizza la decisione di Erdogan. Gravissime dichiarazioni da esponenti del Governo turco. In Emilia-Romagna la Convenzione di Istanbul è stata tradotta in opportunità per la parità e contro le discriminazioni di genere. Di seguito la nostra nota.

Il Gruppo del Partito Democratico stigmatizza fortemente il recesso decretato dal presidente Erdogan che ritira la Turchia dall’impegno della Comunità internazionale a combattere la violenza sulle donne, in particolare la violenza domestica.

E ancora di più, condanniamo le dichiarazioni oscurantiste e illiberali di importanti esponenti del Governo di Ankara secondo i quali la Convenzione minerebbe l’unità familiare e incoraggerebbe il divorzio e l’omosessualità.

La violenza sulle donne è una violazione dei diritti umani.

La sicurezza delle donne passa attraverso l’impegno trasversale delle istituzioni e delle comunità attraverso le leggi che ne tutelano i diritti. Indebolire il sistema di protezione delle vittime di femminicidio in un mondo ancora fortemente segnato da patriarcato e misoginia, è un segnale di arretramento al quale ci ribelliamo esprimendo piena solidarietà alle donne turche e facendo la nostra parte affinché l’Italia e l’Europa impediscano la deriva dei valori di uguaglianza che fondano le nostre democrazie.

La Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione e il contrasto alla violenza maschile sulle donne sottoscritta a Istanbul nel 2011 è la punta più avanzata delle politiche di promozione e tutela della sicurezza e dei diritti delle donne.

Firmata da 45 paesi in tutto il mondo più l’Unione Europea, ratificata all’unanimità del Parlamento italiano nel 2013, la cosiddetta Convenzione di Istanbul impegna i governi a promuovere azioni concrete in ogni ambito per ridurre drasticamente la piaga dei femminicidi che proprio in Turchia ha registrato il dato ufficiale di 300 vittime solo l’anno scorso.

Anche la Regione Emilia-Romagna ha fatto la propria parte per tradurre la Convenzione in opportunità. Con la legge quadro regionale per la parità e contro le discriminazioni di genere n. 6 del 2014, ha rafforzato il ruolo del coordinamento dei centri antiviolenza, la progettualità e il protagonismo dei territori, il sostegno alle vittime, il recupero dei maltrattanti, con l’ambizione di contribuire ad un cambiamento culturale dell’intera società.