La chimica italiana alla prova della transizione intelligente

No alla “semplice” chiusura del cracking a Marghera per evitare pesantissime ricadute su tutte le produzioni italiane. Chiediamo un piano straordinario per realizzare un cracking di ultima generazione, alimentato da energia rinnovabile, da collocare a Ferrara che ne ha la vocazione

Verso il Tavolo nazionale della chimica, convocato per il prossimo 15 settembre sull’ipotesi di chiusura del cracking a Marghera, c’è allarme per le eventuali ricadute sull’industria in Emilia-Romagna. Come Capogruppo Pd in Emilia-Romagna, insieme alla collega Palma Costi, Vicepresidente della Commissione Politiche Economiche, ho fatto il punto sul tema.

Chiediamo con forza il cambiamento verso la transizione del settore.

Di seguito la nostra nota congiunta.

La chimica in Italia è davanti a una svolta epocale. Da un lato, infatti, le produzioni plastiche, gomme e polimeriche sono insostituibili grazie alle proprietà fisiche che rendono i prodotti versatili, durabili e flessibili. Caratteristiche che nella fase pandemica hanno dimostrato di essere imprescindibili. Dall’altro lato però, il pianeta ci chiede di muoverci con urgenza e determinazione verso la transizione ecologica.

Le tecnologie ci permettono di farlo, perciò possiamo parlare di una transizione ecologica intelligente, cioè capace di coniugare le necessità inderogabili di carattere ambientale con la sostenibilità occupazionale e sociale nell’intero processo di trasformazione culturale, economico e tecnico dell’uso, recupero e riciclo della plastica. Oggi il petrolio non è l’unica materia prima dalla quale ricavare la plastica. Gli elementi di base per la produzione di molti materiali plastici possono essere derivati anche da biomasse, rifiuti organici urbani, oli vegetali e grassi animali.

Pensiamo che il Governo e la Regione Emilia-Romagna debbano partire da questi presupposti per favorire e potenziare le infrastrutture per l’efficientamento dei processi produttivi.

Non vi sono dunque alternative realistiche alla realizzazione degli investimenti già previsti dal piano industriale di Versalis per garantire il mantenimento in attività del cracking di Marghera, riducendone l’impatto ambientale e garantendone l’ottimale funzionamento e le condizioni di sicurezza. 

Ma riteniamo anche che sarebbe opportuno realizzare un cracking di ultima generazione, alimentato da energia rinnovabile, all’interno del polo chimico di Ferrara, valorizzando al contempo l’impianto veneto verso il progressivo passaggio all’utilizzo di oli ottenuti dal riciclo chimico.

La principale preoccupazione resta la salvaguardia del lavoro, a Ferrara. Per questo interverrò nella prossima seduta in Consiglio regionale con un’interrogazione urgente alla Giunta per sapere come intenda attivarsi per scongiurare l’assunzione di decisioni che potrebbero mettere a rischio la produzione degli impianti e la stessa esistenza del polo chimico di Ferrara.

Oltre a chiedere che il Sindaco di Ferrara e l’amministratore comunale si attivino con il Ministro Giorgetti al fine di rilanciare il petrolchimico di Ferrara.