Il riordino della Camere di Commercio risponda alle esigenze dei territori

È stata approvata senza alcun voto contrario la risoluzione che avevo presentato relativamente al riordino delle Camere di Commercio, tema che tratto da molto tempo a seguito anche delle sollecitazioni delle imprese del territorio.

Per le Camere di Commercio penso serva una normativa nazionale che risponda alle esigenze dei territori e tenga conto delle criticità emerse dopo che il Governo in passato aveva definito criteri di accorpamento irrispettosi delle differenze territoriali e inadeguati a garantire una maggiore efficienza dell’azione camerale.

L’ideale sarebbe che i processi di rideterminazione delle circoscrizioni territoriali diventino volontari, lasciando agli Organi delle singole Camere di commercio le valutazioni economico-giuridiche necessarie. Sono questi, in sintesi, i principali punti su cui ruota una risoluzione che è stata discussa dalla Commissione Politiche Economiche dell’Emilia-Romagna.

Il documento citato è stato approvato con soli voti favorevoli e l’astensione di un collega di Forza Italia ed era stato sottoscritto da numerosissimi consiglieri regionali Pd (Bessi, Serri, Calvano, Caliandro, Cardinali, Zoffoli, Bagnari, Ravaioli, Montalti, Rossi, Rontini, Mumolo, Benati, Lori, Tarasconi, Poli, Marchetti, Mori) espressione di tutte le province emiliano-romagnole.

Quello che immaginiamo, è che le Camere di Commercio possano diventare un utile strumento anche per rafforzare le politiche regionali di sviluppo del territorio, sia in tema di progetti e servizi per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, sia concertando tra Camere e Regione opportunità e destinazione di parte del gettito relativo all’aumento del diritto annuale fino a un massimo del 20%. Una proposta concreta per favorire lo sviluppo dei territori, tutelando anche l’occupazione e le politiche di turn over del personale impiegato nelle Camere.

Bloccata la paventata ipotesi di commissariamento

Sarebbe stato davvero punitivo verso i territori un provvedimento del genere imposto dall’alto. Nel decreto crisi aziendali oggi avrebbe dovuto essere inserito un emendamento per introdurre il commissariamento delle realtà che non si erano ancora accorpate. Quell’emendamento per ora è saltato e penso che la presa di posizione dei consiglieri dell’Emilia-Romagna sia stata tempestiva e utile a far passare il messaggio della volontarietà degli accorpamenti per le Camere in equilibrio di bilancio, radicate sui territori. Senza nulla togliere a quelle che gli accorpamenti li hanno già realizzati.