Coronavirus: cosa cambia in Emilia-Romagna col decreto del 4 marzo 2020

Cosa cambia per l’Emilia-Romagna col nuovo Decreto del Governo entrato in vigore mercoledì 4 marzo 2020? Proviamo a riassumere le misure principali per quanto riguarda la nostra Regione e le attività consentite sul territorio e con quali modalità!

Con il nuovo Dpcm, che sarà valido fino al 3 aprile 2020, il Governo torna sulla disciplina delle misure restrittive per rafforzare la prevenzione e contenere la diffusione dell’epidemia.

In particolare, si estendono e si rendono omogenee per tutte le Regioni molte delle limitazioni già in vigore in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Per questa ragione non sono molte le novità introdotte per il nostro territorio. In ogni caso, il nuovo Decreto stabilisce che, in caso di norme sullo stesso tema, debbano essere recepite quelle più restrittive. Vediamo quali sono.

NIDI, SCUOLE E UNIVERSITÀ
È fissata fino al 15 marzo la sospensione dei servizi educativi per l’infanzia, delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado e della formazione superiore, comprese le Università. Sono esclusi dalla sospensione i corsi post-universitari connessi con l’esercizio di professioni sanitarie.
La sospensione si applica ora a tutto il Paese e non solo a Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna (che nel precedente Decreto vedevano il termine più ravvicinato dell’8 marzo). C’è dunque un’estensione territoriale e temporale del provvedimento. Una novità importante è che ora i dirigenti scolastici sono chiamati ad attivare per la durata della sospensione modalità di didattica a distanza, laddove precedentemente la decisione poteva essere sancita solo sentito il Collegio dei docenti. Non si tratta dunque più di un’eventualità ma di un obbligo. Resta confermata invece la sospensione dei viaggi d’istruzione, scambi, gemellaggi, visite guidate.

PRONTO SOCCORSO
Viene introdotto il divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale d’attesa dei Pronto soccorso, salvo diverse indicazioni del personale sanitario preposto (per esempio, nel caso di accompagnamento minori, ecc.).

ANZIANI E PERSONE CON PATOLOGIE
Si raccomanda fortemente a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multi-morbilità o con stati di immunodepressione, di evitare di uscire dalla propria abitazione eccetto che per stretta necessità, evitando comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro.

SPORT AGONISTICO E DI BASE
Altre norme più stringenti, che da oggi sostituiscono le disposizioni precedenti e ne estendono l’efficacia fino al 3 aprile, sono quelle relative agli eventi e alle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico che privato. In Emilia-Romagna continua ad essere consentito lo svolgimento di tali eventi e competizioni (nonché delle sedute di allenamento) solo all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse. Ma, ed è un fatto nuovo, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ora ad effettuare controlli idonei al contenimento del rischio di diffusione del virus tra atleti, tecnici, dirigenti e accompagnatori. Inoltre, lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto o dentro palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone.

Il resto delle limitazioni già previste per l’Emilia-Romagna resta valido fino al prossimo 8 marzo.

Concludendo. È evidente come lo scopo del provvedimento sia quello di rafforzare le misure di contenimento del virus, in tutto il Paese, attraverso misure più restrittive che fanno appello anche al senso di responsabilità individuale e collettiva. Per questa ragione la Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con Anci e Upi (le associazioni di Comuni e Province) rafforzerà le iniziative di informazione e sensibilizzazione di tutta la popolazione allo scopo di promuovere comportamenti responsabili a tutela di tutti i cittadini, a partire dalle categorie più fragili ed esposte.