Riordino istituzionale: un progetto condiviso con la politica, gli amministratori locali e le forze economiche e sindacali.

erIl progetto di legge regionale sul riordino istituzionale ha avuto il via libera dalla Commissione I (Bilancio, Affari generali e istituzionali) dopo una serie di sedute-fiume.
In prima battuta erano stati presentati, da quasi tutti i gruppi politici rappresentati in Assemblea Legislativa oltre che dalla Giunta (21 emendamenti), ben 386 emendamenti. Successivamente ne sono stati ritirati la metà e infine sono state approvate 45 modifiche al testo, che andrà in aula per l’approvazione come previsto la settimana prossima.
Come relatrice della legge, insieme al Capogruppo di Sel Igor Taruffi, ho presentato una ventina di emendamenti, frutto del profondo e accurato percorso di ascolto, confronto e condivisione con associazioni, amministratori locali, lavoratori e lavoratrici.
L’assessore Emma Petitti ha commentato con queste parole questo passaggio così importante: “Un’altra tappa importante è stata raggiunta. Ringrazio la prima commissione e le forze politiche per il contributo dato e per gli approfondimenti che sono stati fatti, anche grazie alle audizioni che si sono svolte, che ci hanno consentito di arrivare ad un testo che, pur mantenendo l’impianto strategico condiviso con gli amministratori locali e le forze sindacali, ha visto dei miglioramenti. Importante è stata anche la grande condivisione delle forze sociali ed economiche. Ora ci attende il passaggio in Assemblea legislativa che ci permetterà di avere una legge che potrà indirizzare i territori verso una prospettiva strategica, più snella e innovativa, per i prossimi anni”.
Al termine dell’ultima seduta della Commissione, ho potuto dichiarare che con questa legge in pochi mesi garantiamo posti di lavoro e un sistema istituzionale che funziona assumendoci la responsabilità di andare oltre l’abolizione delle province. Oggi in commissione è stato fatto un lavoro straordinario nei tempi e nei modi di discussione dei numerosi emendamenti presentati che hanno arricchito il testo già condiviso con gli amministratori dei territori, le forze economiche e sindacali maggiormente rappresentative e il comitato autonomie locali con molte proposte emerse in udienza conoscitiva.
Dobbiamo dare atto ai gruppi assembleari di non aver scelto la strada dell’ostruzionismo, ma quella del confronto, peccato che qualcuno abbia deciso di chiamarsi fuori. Naturalmente il parere della commissione è solo una tappa del percorso che si concluderà in aula nelle prossime sedute che ci auguriamo sia proficuo nell’interesse delle comunità che attendono soluzioni e una riforma efficace sul riassetto istituzionale.